Eccoci a parlare del fenomeno che si è scatenato in rete dalla fine dell’anno appena trascorso, il suo nome è Chat GPT-3. Si tratta di un chatbot basato sull’intelligenza artificiale sviluppata da OpenAI, un’azienda di ricerca con sede a San Francisco e fondata nel 2015 da ElonMusk e altri investitori della Silicon Valley, con l’idea era quella di “far avanzare l’intelligenza digitale in modo che potesse portare benefici all’umanità”.
Grazie alla sua potenza e alla facilità di utilizzo, sta letteralmente spopolando sul web. Dal Novembre 2022, quando è stata aperta e resa disponibile gratuitamente al pubblico in via sperimentale, decine di milioni di persone in tutto il mondo stanno interagendo con questa intelligenza artificiale, ponendo domande di ogni genere, e condividendo i risultati delle loro chiacchierate sui social.
La rivoluzione degli assistenti virtuali
Gli assistenti virtuali basati sull’intelligenza artificiale sono programmi progettati per imitare il comportamento umano e fornire assistenza alle persone attraverso chat, telefono o altri canali di comunicazione. Vengono spesso utilizzati per rispondere alle domande, aiutare a prendere decisioni o svolgere compiti specifici. Stanno diventando sempre più popolari perché sono in grado di fornire assistenza 24 ore su 24, 7 giorni su 7, senza interruzioni o errori. Inoltre, possono gestire grandi quantità di informazioni e fornire risposte personalizzate in tempo reale. Ciò li rende utili per molti scopi, come fornire informazioni ai clienti, gestire il servizio di assistenza o aiutare gli utenti a navigare un sito web.
Sono sempre più utilizzati in molti settori, come il commercio, i servizi finanziari, il turismo e molti altri. Stanno diventando sempre più popolari anche per l’uso personale, come per ottenere informazioni sugli orari dei film o per impostare sveglie. La loro crescente popolarità deriva dal fatto che sono in grado di fornire assistenza efficiente e personalizzata a chiunque, in qualsiasi momento. Offrono una grande varietà di funzionalità e sono utili per molti scopi diversi.
Gli obiettivi di GPT-3
Chat GPT-3 (Generative Pre-trained Transformer 3), è il terzo dei modelli di intelligenza artificiale basati sul “machine learning non supervisionato”, cioè un sistema in cui, il modello è stato inizialmente addestrato su su una grande quantità di dati linguistici, tra cui libri, articoli di giornale e documenti web, ma è stato progettato per imparare dall’esperienza. Non ha una “guida” di modelli prestabiliti da seguire, e può adattarsi a nuove situazioni e rispondere a domande su argomenti di cui non ha mai sentito parlare prima. Inoltre è stato progettato per apprendere le regole del linguaggio umano in modo da poter generare testi simili a quelli che un essere umano potrebbe scrivere, e lo fa utilizzando una rete neuronale
Uno degli obiettivi principali di GPT-3 è quello di ridurre la quantità di dati necessari per ottenere buoni risultati.
Alla domanda “Qual è lo scopo per cui sei stato creato?”, ecco la risposta data direttamente dal chatbot “Sono stato creato per aiutare le persone a ottenere risposte alle loro domande e a risolvere i loro problemi. Sono in grado di fornire informazioni su una vasta gamma di argomenti, aiutare a comprendere concetti complessi e a prendere decisioni informate. Inoltre, posso aiutare a svolgere compiti specifici, come tradurre testi o calcolare risultati. Mi viene affidato anche il compito di rendere l’accesso alle informazioni e all’assistenza più facile e conveniente per le persone, indipendentemente da dove si trovino o da quando ne hanno bisogno.”
ChatGPT, come Funziona?
L’idea di OpenAI è quella di rendere il più possibile ”conversazionale” ChatGPT, rendendone il suo utilizzo estremamente semplice, ma anche e soprattutto esperienziale. Conversando con Chat GPT, si ha infatti la sensazione di avere a che fare con una persona.
Siamo in un era in cui le moderne intelligenze Artificiali sono in grado di superare agevolmente il “Test di Turing” , il test che nel 1950 venne presentato da Alan Turing, ossia una prova che mirava ad accertare se una macchina fosse in grado di interagire ricalcando il comportamento e il modo di pensare di un essere umano, (Anche se già ELIZA nel 1966, riusciva a ingannare gli utenti facendo ritenere loro di conversare con un essere umano) ma la naturalezza con cui oggi ChatGPT,è in grado di rispondere praticamente a qualsiasi domanda, la fa differenziare da tutti i chatbot attualmente presenti sul mercato.
Nelle risposte che possiamo ottenere infatti c’è una sintassi e una costruzione delle frasi che risultano praticamente indistinguibili da quella umana, le risposte sono precise ed affidabili rispetto al contesto della domanda ma soprattutto viene conservato il ”ricordo” di quanto è già stato scritto in precedenza, proprio come succederebbe in una conversazione via chat tra due persone.
Per provare gratuitamenteGPT-3, non vi resta che fare un giro sul sito di OpenAI, (ecco il link: https://chat.openai.com/chat ), ed autenticarvi utilizzando un account Google. Tuttavia, già oggi il modello può essere utilizzato in diverse forme. Ad esempio, può essere incorporato in un’applicazione per fornire assistenza in tempo reale, oppure utilizzato per generare contenuti come testi o voci, o ancora per rispondere a domande su un sito web o in una chatbot su una piattaforma di social media.
Può essere inoltre usato per svolgere compiti specifici come la traduzione di testi o il riconoscimento del linguaggio naturale
La gara delle conversazioni personalizzate
Chat GPT-3 è stato addestrato usando una versione filtrata dei dati di Common Crawl, un archivio Internet che contiene circa 25 petabyte di dati (l’equivalente di venticinque milioni di gigabyte), ma non ci si è fermati qui, sono stati inseriti anche altri dataset linguistici, tra cui libri, post e articoli online, oltre all’intero set di informazioni contenute in Wikipedia. I costi dello storage dei dati e delle risorse di calcolo necessarie per l’addestramento di GPT-3 sono stati stimati tra i 10 e i 20 milioni di dollari.
Dagli anni ’90 e poi dall’inizio degli anni 2000, si sono susseguiti diversi esempi di chatbot.
Con il lancio di “Siri” nel 2011, “Alexa” nel 2014 e “Google Assistant”nel 2016, è iniziata l’era degli assistenti digitali, che comprendono e soddisfano le richieste avanzate “dagli umani” usando comandi vocali. Le loro abilità, nel tempo, si sono affinate e il largo utilizzo dell’intelligenza artificialeavanzata, dell’elaborazione e della comprensione del linguaggio naturale e del Machine Learning ha permesso agli assistenti digitali di gestire conversazioni personalizzate
Per questo motivo, uno dei “capi” del progetto Alexa, Rohit Prasad già nel 2020, diceva che oggi non è più importante arrivare a superare il test di Turing, quanto piuttosto realizzare e ottimizzare IA capaci di migliorare l’intelligenza umana e la vita di ogni giorno in un modo che sia allo stesso tempo equo e inclusivo.
ChatGPT è in conclusione, uno strumento estremamente flessibile che in futuro sarà utilizzabile anche mediante API di programmazione, ma che già oggi permette, ad esempio di riconoscere e risolvere i bug nel codice segnalando la soluzione migliore, o di rilevare vulnerabilità di sicurezza e creare codice PoC (proof-of-concept). Ma può essere già utilizzato per richiedere la scrittura di codice funzionante in qualunque linguaggio di programmazione, limitandosi a descrivere solo ciò che si vuole ottenere. Tra le funzioni già ampiamente testate, è possibile simulare interazioni con macchine virtuali, oppure, più semplicemente, chiedere la scrittura di un post, o di un tweet nello stile di un altro utente del social network
Che futuro per ChatGPT?
Attualmente ChatGPT non può accedere al web per reperire informazioni, ed inoltre il team di sviluppatori di OpenAi, ha aggiornato la sua intelligenza artificiale solo fino al 2021, dunque se chiediamo eventi attuali non avremo risposte efficaci.
Tuttavia, basta testare le sue risposte anche per un breve periodo, per potersi rendere conto delle grandi potenzialità di cui dispone. C’è infatti chi ipotizza che sia in grado di soppiantare Google nel giro di pochi anni. In molti sono pronti anche a scommettere che un sistema del genere potrebbe facilmente soppiantare lavori umani come quelli di un classico call center o di un servizio di post vendita. Anche coloro che svolgono attività artistiche potrebbero venire soppiantati in futuro da ChatGPT. L’esempio più lampante è quello di poter scrivere articoli tecnicamente giusti avendo a disposizione anche poche informazioni.
Ovviamente è ancora presto per “sparare a zero” sul fatto che ChatGPT potrebbe rubare il lavoro agli esseri umani, soprattutto perché è la stessa OpenAI ad ammettere che spesso l’intelligenza artificiale non è in grado di realizzare ciò che viene richiesto o commette ancora troppi errori. È chiaro però che se questi software continueranno a crescere e migliorare, il problema dovrà essere posto quanto prima.
In rete ci sono diversi esempi di come ChatGPT sia stato in grado di scrivere saggi estremamente convincenti a partire da una discussione contenente semplici dati. Ci sono esempi di articoli su argomenti molto specifici e anche fortemente tecnici, che sono stati redatti in modo preciso con risultati che hanno sorpreso anche i più scettici. Questa capacità di scrivere testi in modo semplice ed efficace, sta destando non poche preoccupazioni, in quanto potrebbe essere causa, in futuro, di una diffusione di disinformazione tale da poter manipolare le persone anche su vasta scala.
Riconoscere i Chatbot, la nuova sfida per le piattaforme
In un futuro molto breve, riconoscere i contenuti fatti da un bot da quelli creati dalle persone, sarà una vera e propria sfida per le tutte le piattaforme.
L’idea di un ChatGPT sicuro, innocuo ma anche utile, potrebbe arrivare cercando di capire i suoi punti ciechi che potrebbero portare ad un utilizzo improprio per scopi dannosi. Di certo gli ingegneri di OpenAI sono al lavoro per colmare queste lacune.
Sam Altam, fondatore di OpenAI, ha dichiarato che ogni interazione di ChatGPTcon il pubblico, costa all’azienda, qualche centesimo, e data la mole di domande che gli utenti stanno facendo, i costi stanno velocemente lievitando fino all’ordine di centinaia di migliaia di dollari (Si pensi che solo nei primi 5 giorni è stato provato da oltre un milione di persone).
C’è quindi anche la concreta possibilità che nelle versioni future, ChatGPT potrebbe non essere più gratuito, e si vocifera di un forte interesse di Microsoft che ha già investito nel progetto oltre un miliardo di dollari, e che vorrebbe integrarlo nelle nuove tecnologie di supercalcolo di Azure.
Non resta quindi altro che creare un account e testarne le effettive possibilità, finché sarà ancora possibile farlo in via sperimentale e gratuita, per rendersi conto dell’effettiva portata del fenomeno.
Nota di redazione: Molte parti di questo articolo sono state scritte proprio interrogando ChatGPT.
Daniele Bottoni Comotti
CIO PhoenPlex