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Equilibrio patrimoniale, economico e finanziario, la salute dell’Azienda.

Equilibrio patrimoniale, economico e finanziario, la salute dell'Azienda.

Equilibrio patrimoniale, economico e finanziario, la salute dell’Azienda.

Verifica dello stato di salute dell’azienda: L’analisi dei tre equilibri fondamentali

Una delle domande più frequenti che risuona nella testa dell’imprenditore è “ma la mia azienda sta andando bene o no? Se la valutasse una persona esterna, come la giudicherebbe?”.
Qualcuno potrebbe, erroneamente, pensare che sia sufficiente che l’azienda sia in utile; purtroppo, non è così. Seppur questa è, quantomeno, una condizione necessaria del fare impresa, non è sicuramente condizione sufficiente per ritenere un’azienda in salute.
Fondamentalmente dobbiamo considerare tre macroaree per potere dare un giudizio sulla situazione aziendale, analizzando gli equilibri patrimoniale, finanziario ed economico.

L’EQUILIBRIO PATRIMONIALE

La prima verifica, la più semplice, è quella di verificare la corretta copertura degli asset aziendali in termini di finanziamento.
Questo significa verificare come è stato finanziato l’attivo fisso aziendale, ossia, l’attivo immobilizzato.
Infatti, questa parte degli asset aziendali, che esplica la propria utilità in più anni, dovrebbe essere coperta da fonti a lenta rotazione; in una logica estremamente rigida, si dovrebbe coprire tutto l’attivo immobilizzato con il solo patrimonio netto. In realtà, sappiamo che la situazione delle aziende italiane difficilmente porta al verificarsi di una uguaglianza di questo tipo, pertanto, si considera accettabile che l’attivo fisso sia coperto dal patrimonio netto più i debiti finanziari a medio lungo termine.

Se, ad esempio, il totale dell’attivo immobilizzato è pari a 1.000.000 e la somma del patrimonio netto più la PFN[1] a medio lungo termine fosse 700.000 vorrebbe dire che parte delle immobilizzazioni sono state finanziate con il fido di cassa e questo, dal punto di vista finanziario, sarebbe un errore; l’azienda sarebbe da considerarsi NON in equilibrio dal punto di vista patrimoniale.
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[1] I debiti finanziari sono il risultato del differenziale tra le poste attive e passive dei rapporti bancari e viene comunemente chiamata Posizione Finanziaria Netta; se ho 500.000 euro di debito con la banca X e ho un saldo positivo di 300.000 con la banca Y, la mia PFN sarà pari a 200.000.

L’EQUILIBRIO FINANZIARIO

Il secondo equilibrio riguarda il rapporto tra le fonti utilizzate dall’impresa; se nella parte destra abbiamo gli asset, infatti, dalla parte opposta avremo le fonti; ovvero, il capitale proprio (o patrimonio netto) e il capitale di terzi (ossia i debiti finanziari).
L’equilibrio è, quindi, determinato dal rapporto tra debiti finanziari e patrimonio netto; analizzare questo rapporto, una volta opportunamente riclassificato il bilancio, è utile per capire se l’azienda è troppo indebitata oppure se può richiedere altro capitale di terzi.

Verifica dello stato di salute dell’azienda: L’analisi dei tre equilibri fondamentali

Non vi è una regola precisa in questo senso, ma è prassi diffusa (anche presso gli istituti di credito) tra gli operatori che questo rapporto non debba mai essere superiore a 3 per considerare l’azienda in equilibrio (il fatto che sia una prassi significa che tale limite in futuro potrebbe anche abbassarsi a 2,5, per esempio).
In definitiva fatti 75 i debiti verso le banche, l’azienda avere almeno 25 di patrimonio netto; questo concetto, come già accennato, è fondamentale anche per capire perché un istituto di credito ci ha bocciato una richiesta di finanziamento quando eravamo convinti che i nostri dati di bilancio fossero buoni.
Questo rapporto è chiamato anche “leverage finanziario” ed è utilizzatissimo in tutti i report finanziari delle grandi società; nella terminologia anglosassone, il rapporto viene individuato dalle lettere D (che sta per debt) ed E (che sta per equity).
Come vedremo, il rapporto D/E è utilizzato anche per la determinazione dell’equilibrio economico.

L’EQUILIBRIO ECONOMICO

Se i precedenti equilibri esaminati possono risultare relativamente semplici da determinare, per esaminare l’equilibrio economico è necessario introdurre dei concetti che a parecchi imprenditori potrebbero risultare nuovi.
No, l’utile di bilancio (come già evidenziato in precedenza) non è l’equilibrio economico!
Per determinare questo equilibrio dobbiamo, innanzitutto, prendere uno degli indici più conosciuti ed analizzati da qualsiasi impresa; il ROI, il quale non è altro che la redditività del capitelo investito.
Naturalmente questo indice, dato dal rapporto tra reddito operativo e capitale investito, deve essere positivo e più alto è, meglio sarà per l’azienda.
Il ROI alto in se, però, vuol dire poco; certo, può essere utile confrontarlo con aziende dello stesso settore per capire se la redditività è in linea con i concorrenti, ma non è sufficiente per capire se l’impresa è in equilibrio o meno.
A tal fine è necessario confrontare la redditività del capitale investito con il costo medio ponderato del capitale, solo in questo modo riusciamo a sapere se l’azienda sta o meno producendo ricchezza.
Questo è il concetto di E.V.A. (Economic Value Added) ed è dato dalla differenza tra ROI e WACC (costo medio ponderato del capitale); se questa differenza è positiva, l’impresa sta producendo ricchezza ed è in equilibrio economico; se è negativa, sta distruggendo ricchezza.
La difficoltà, in questo caso, è determinare il WACC; senza entrare troppo nel tecnico, il WACC è la sommatoria del costo del capitale di terzi, moltiplicato per il D (debt) fratto il totale delle fonti (appunto il D/E di cui parlavamo sopra), sommato al costo del capitale proprio e moltiplicato per il capitale proprio (Equity) fratto il totale delle fonti.
Un errore fatto da tanti imprenditori, infatti, è pensare che il proprio capitale non costi nulla e che i soldi versati in azienda siano sempre più convenienti del capitale richiesto agli intermediari finanziari.
Niente di più sbagliato!
Il capitale proprio al contrario ha un costo e, anzi, è sempre maggiore del costo del capitale di terzi!
La parte del WACC afferente il costo del capitale proprio richiederebbe, solo essa, un intero articolo e non è possibile spiegarlo esaustivamente in questo contesto, il concetto fondamentale, comunque, è capire che bisogna verificare se l’impresa sta creando valore confrontando i due valori esposti prima ed è in caso di differenza positiva che l’impresa è in equilibrio economico.

SALUTE DELL’AZIENDA, L’IMPORTANZA DEL TREND OLTRE GLI EQUILIBRI

Una volta analizzati tutti e tre gli equilibri aziendali si possono prendere le decisioni relative per migliorare la situazione dell’impresa; si potrebbe trovare, infatti, in disequilibrio su tutti e tre gli equilibri oppure solo su alcuni di questi, o ancora averli tutti positivi ma, soprattutto, è utile analizzarne il trend sui diversi anni attenzionati per capire in che direzione sta andando l’azienda.

Roberto Forte

Finanzialista

 

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